Sono delusa
dal mondo dell’istruzione italiana. No, non è il solito intervento sulle acque
torbide in cui versano le nostre più importanti università, ma proprio
dell’istruzione in se. Facendo un riassunto sintetico le cose che non
concepisco possono essere così elencate:
1. Su una
classifica di 32 paesi europei che versano fondi per la propria istruzione
siamo al 31° posto e su una classifica di 175 nazioni considerate, lo standard di istruzione dei
nostri giovani raggiunge appena il 51° posto. Oltre ad essere vergognose sono anche
cose che sappiamo tutti fin troppo bene, quindi inutile rimuginarci sopra.
2.
L’abissale incompetenza delle figure istruttive è a dir poco sconcertante, ma
anche questo è ovvio se tutti quelli che diventano insegnanti sono “parenti di…”
e ben pochi hanno la cattedra per meritocrazia e se ci sono riescono ad averla quando
sono ormai mentalmente vecchi per riuscire a stabilire un vero rapporto con i
propri studenti.
3. La totale
mancanza di percorsi per mestieri specifici. Lo sapete che in Australia esistono
scuole elementari, medie e superiori che specializzano uno studente in un
mestiere specifico come il cuoco, il meccanico, l’idraulico, l’agricoltore, il
fabbro, la sarta, il falegname, eccetera? Così ognuno ha la sua
specializzazione e si hanno persone competenti in tutti i settori, perché non
tutti sono portati per stare sui libri, magari a qualcuno piacciono i mestieri
manuali. In Italia questa cosa non esiste, l’aveva introdotta Mussolini, ma
siccome i ben pensanti di oggi, se sentono pronunciare Mussolini, vanno subito
in pressione, allora meglio evitare di parlarne. Io vorrei tanto sapere come
posso fare per diventare falegname. Spiegatemelo perché secondo me non esiste
un modo. In teoria dovresti studiare altro, pulirti il culo con il diploma che hai
e quindi affiancare un maestro falegname (se ti prende!) che ovviamente non è
tenuto a pagarti perché per la legge “non sei un tirocinante”. Assurdo! E poi
vengono a dirci “si è persa l’arte dell’artigianato italiano”, ma prendete la
gente per il culo, scusate?
4. Il totale
distacco del mondo dell’istruzione dalla vera realtà lavorativa. Io ho smesso
di studiare dopo il diploma per cominciare subito a lavorare, senza pentirmene,
e quindi ho visto i miei amici andare avanti verso la strada dell’università.
Oggi la maggior parte di loro studia ancora mentre io sto per comprare una casa
mia con i miei soldi, ma la cosa che mi fa pensare spesso è che molti di loro
hanno una visione completamente distorta della realtà e inseguono ancora ideali
utopici della vita lavorativa (che se glielo fai notare sei tu che ti sei
uniformato alla società, mentre loro seguono quell’idea di libertà e giustizia
che non è mai realmente esistita). Il mondo del lavoro è ingiusto,
meritocratico quando vuole e spesso anche estorsivo. Spessissimo ti ritrovi a
fare cose per cui non hai competenze ma ti devi adattare perché ogni lavoro ha
il suo prezzo di adattamento da pagare, che ti piaccia oppure no. Invece il
mondo dell’università mette in condizioni lo studente di pensare d’aver
diritto/dovere solo nell’ambito della propria competenza e parlare di
adattamento non è previsto. Io non me la prendo con gli studenti, ma con il
mondo distorto e ovattato che l’università propina, che sforna elementi validi
che però si perdono nei meandri del “cerco lavoro” (che poi ci sia una forte
disoccupazione quello è anche un aggravante, ma non sempre la causa). Stando a
questa logica, penso spesso che molti di quei giovani studenti, quando saranno
fuori, si troveranno così male da non riuscire a trovare il loro posto nella
società dopo aver passato una vita nel mondo della scuola, e la cosa mi
rammarica molto perché gli italiani sono uno dei popoli più ingegnosi e intelligenti
che ci siano nel mondo. Il risultato di questa “visione” del mondo del lavoro
sta già dando i suoi frutti, molti studenti infatti si rifiutano di cercare
lavoro in ambiti che non sono di loro competenza e preferiscono restare senza
lavoro piuttosto che adattarsi.
Sono
convinta che per fare un’Italia forte bisogna partire dalle fondamenta, perciò
penso che il mondo dell’istruzione vada completamente demolito e ricostruito e
tutte quelle manifestazioni che gli studenti fanno non servono proprio a niente
se non conoscono quello che gli aspetta davvero fuori da quella porta.
Mia mamma mi raccontava che l'altra sera a porta a porta hanno intervistato degli insegnanti precari(le interviste erano registrate); una è andata via da casa (Roma) lasciando i figli piccoli di cui uno di due anni per trasferirsi al nord a insegnare e vedeva il bambino ogni tanto...dopo cinque anni è ritornata a Roma e non ha visto suo figlio crescere. Un'altra invece fa le supplenze quando capitano ma non nella sua città,ma in un altra e viene chiamata tipo un ora prima della supplenza, quindi lei ogni mattina prende il treno e va in questa città e aspetta che la chiamino (perchè potrebbe anche accadere il contrario) e nel mentre che la intervistavano le è arrivata una chiamata che le diceva che serviva di li a due ore una supplente e lei ha detto" meno male almeno oggi lavoro".
RispondiEliminaCioè ci rendiamo conto anche di come siamo messi per via di insegnanti? cioè non c'è nemmeno una figura certa su cui contare! E questo grazie alle leggi di M***A che hanno fatto in Italia, hanno rovinato il sistema dell'istruzione pur di ridurlo all'osso e avere meno spese. E' una cosa vergognosa! e sarebbe bene che la classe politica la finisse di litigare tra di loro e iniziassero a collaborare per il paese...ma credo gliene freghi gran poco. E poi cmq ne avrei ancora tante ma tante da dire ma mi fermo perchè ho già fatto un bel papiro! (cmq concordo che l'università è importante nella vita se si vogliono fare studi specifici e approfonditi però non si può stare solo sui libri, deve essere l'ateneo stesso che aiuta a trovare per i tirocini, gli stages e il post-lauream invece ti devi solo arrangiare!)
Hai colto pienamente il punto! Quella poca gente che davvero merita guarda in che condizioni si trova, ha dover sacrificare la propria vita privata pur di mettere in saccoccia un pò di soldi. E' ingiusto e crudele, oltre che umiliante per il lavoratore (che ha studiato davvero, non come i "figlio di..." che hanno il posto da professore universitario grazie ai parenti).
EliminaNon parliamo poi di tirocini, stages, laboratori e corsi vari... sembra una giungla l'Italia!