Come se si
trattasse di uno storico Pesce d’Aprile, il primo di Aprile di quest'anno la Corte di
Giustizia Internazionale dell’Aja ha finalmente dichiarato che la caccia
alle balene, operata dal Giappone in Antartide, non ha nulla di scientifico.
Ci sarebbe
da festeggiare visto che adesso la caccia alle balene è permessa solo e
soltanto a scopi scientifici e che, è stato reso certo, quella compiuta dal
Giappone fino al mese scorso non lo era. Un vero successo per gli ambientalisti
che si battevano da anni per arginare la grande mattanza di questa bellissima e
delicata specie, un passo in più per la lotta degli animalisti invece, che
protestano ancora contro la vivisezione e le pratiche di ricerca sugli animali
e chiedono che la caccia alle balene sia vietata per qualunque motivo.
Resta
comunque un grande traguardo per l’ecosistema. Grandi organizzazioni si sono
battute strenuamente per anni contro il modo di operare del Giappone, il
prossimo traguardo sarà quello di arginare la mattanza dei delfini, ma ci tengo a lasciarvi una riflessione: ci stiamo battendo strenuamente contro le mattanze
mondiali, ma chi fermerà l’Italia dalla mattanza degli agnelli pasquali che sta
avvenendo proprio in questi giorni? E si, è una
tradizione, potrebbe dire qualcuno, ma non era anche tradizione in Giappone
quella di mangiare in dati periodi carne di balena o delfino?
Io non sono
cattolica, ma una parabola del Vangelo che ho fatto mia per la vita dice: Perché
guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della
trave che è nel tuo? [Luca 6,39-42]
Resta
comunque un grande traguardo per Madre Terra.
Fonte: Greenpeace
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