Oggi vi voglio raccontare una storia, però prima di cominciare avrei
un paio di premesse da farvi. Si lo so, il post è lungo, ma vi prego, vi prego
di leggerlo fino alla fine. E’ per il vostro futuro, ve lo giuro.
Recentemente sono stata “accusata”, diciamo così, d’essere un po’ razzista
nei confronti dei profughi che sbarcano in Italia, ci tengo perciò a precisare
un paio di cose:
1. Non credo che nel mondo esistano wiccan razzisti. Chi più di un
wiccan, che viene da una corrente di pensiero che nei secoli scorsi è stata
messa al rogo, può essere accondiscendente nei confronti delle altre etnie?
2. Non ho mai detto di non comprendere e di non provare compassione
per la disperazione di questa povera gente che lascia la propria terra ed i
propri cari e che attraversa il mare rischiando la vita.
3. Fortunatamente per me vivo in un posto nel mondo che non ha
precedenti in fatto di accoglienza per il forestiero (italiano e non) e non
credo di poter essere giudicata male in fatto di ospitalità.
Premesso ciò, ora voglio che guardate questo video. Dura pochi secondi
e alzo le mani dal 4:54° minuto in poi. Anche io vorrei sputare in faccia alla signora che
comparirà a quel punto, ma voi focalizzatevi sulla parte iniziale, mi raccomando.
Bè, adesso è l’ora della storia.
C’erano una volta due ragazzi della stessa età ed entrambi avevano lo
stesso sogno: quello di vivere una vita felice e dignitosa, di trovare una
brava moglie e di avere dei bravi bambini. Il primo però abitava in un paese
civilizzato e semibenestante, con l’acqua corrente in casa, la luce, il gas, la
televisione ed i termosifoni, l’altro invece viveva in una casa di pochi
mattoni, con il tetto in lamiera e null'altro.
Il primo lavorava in un bar, sgobbava dalla mattina alla sera, aveva
un solo giorno di riposo ed un terzo del suo stipendio lo cedeva allo Stato sotto forma di tasse, ma lui non era scontento perché sapeva che un giorno
quelle le tasse che pagava oggi gli sarebbero servite per vivere una vecchiaia
decente senza lavorare. Il secondo invece faceva lavori saltuari, pativa la
fame ma si intascava per intero quel poco che guadagnava, anche se poi non
poteva permettersi di pensare alla propria vecchiaia.
Un giorno, nella terra del ragazzo più povero, scoppiò la guerra e la
sua casa fu demolita dalle bombe, perciò fu costretto a fuggire. Usò tutti i
soldi che aveva per pagare un barcaiolo che lo avrebbe portato fuori dalla sua
terra in un paese che, si diceva, fosse più ricco e dove non c’era la guerra.
La traversata non fu facile, la barca era piena di gente che si accalcava l’una sull'altra e non aveva copertura, così erano tutti costretti a restare sotto il
sole tutto il giorno, l’acqua scarseggiava e di tanto in tanto qualche
passeggero moriva di sete e veniva gettato in mare per fare spazio agli altri.
Il ragazzo pensò che quella sarebbe stata la sua fine, che sarebbe morto come
un topo in trappola, poi però finalmente qualcuno avvistò la terra e si sentì
subito sollevato. Quando sbarcò sul suo personale nuovo mondo, fu accolto da
uomini in divisa e dottori con le mascherine che lo aiutarono a rifocillarsi
prima di sottoporlo a delle analisi mediche e poi fu scortato in un centro di
accoglienza, dove altri come lui ebbero un alloggio pulito, completo di acqua,
luce, gas e riscaldamento e dove gli veniva anche dato del buon cibo. Pensò
finalmente che la sua vita aveva preso una piega positiva e fu felice.
Il ragazzo più benestante invece, che sgobbava nel bar, un giorno
lesse sul giornale che le tasse, che già prendevano un terzo del suo stipendio,
sarebbero aumentate perché lo Stato non riusciva a mantenere tutti i profughi
che erano arrivati nel Paese in cerca di aiuto. Il giovane fu molto scontento,
erano soldi che gli servivano per mangiare, ma l’accoglienza era più importante
perché gli era stato insegnato che se fai del bene, un giorno te ne sarebbe
stato restituito.
Il profugo intanto, che aveva goduto di tutti i comfort di un paese
civilizzato, un bel giorno fu portato fuori dal centro ed una guardia gli disse
di trovarsi un lavoro perché non potevano tenerlo a non far nulla tutto il giorno. Così cominciò la sua ricerca, ma nessuno voleva assumerlo perché era
straniero. Pensò perciò che piuttosto di dimostrare ciò che valeva, forse era
meglio, all'inizio, offrire più lavoro in cambio di meno moneta, così lo avrebbero assunto più facilmente. Ai datori di lavoro stava bene assumere un
lavoratore che costava meno, così il ragazzo trovò lavoro, ma un giorno il suo
datore di lavoro lo prese in disparte e gli disse: “per tenerti a lavorare pago
troppe tasse allo Stato perché devo mantenere gli altri profughi che continuano
ad arrivare dalla tua terra, perciò non posso più tenerti”. Il giovane era
disperato “no capo, non licenziarmi, se vorrai lavorerò per te senza ingaggio”.
Al datore di lavoro nuovamente stette bene e perciò lo tenne con se.
Anche il giovane del bar intanto fu chiamato dal suo datore di lavoro
che gli disse: “per tenerti a lavorare pago troppe tasse allo Stato perché devo
mantenere i profughi che continuano ad arrivare nel nostro Paese, perciò non
posso più tenerti”. Il giovane non voleva essere licenziato “no capo, ti prego,
non licenziarmi” disse. “Se vuoi posso tenerti con me ma dovrai lavorare senza
ingaggio” gli rispose allora il datore di lavoro. “Ma se lavorerò senza ingaggio
come potrò mettere da parte dei soldi per quando sarò vecchio?”. Il giovane perciò
fu licenziato e fu costretto a cercare un altro posto di lavoro. Provò in tutti
i bar della sua città, ma tutti gli dicevano di non poterlo assumere perché le
tasse erano troppo alte. Infine trovò lo stesso datore di lavoro del profugo. “La
prego, mi assuma, sono uno che lavora sodo” lo pregò il giovane ex-barista. “E
cosa me ne faccio di te? Mi costi troppo? Al tuo posto assumo tre profughi che
lavorano senza pretendere l’assunzione” gli rispose quello. Così il ragazzo
restò disoccupato.
Ora, forse la storia è un tantino esasperata ma voglio farvi capire un
concetto fondamentale: quando si parla di pensione non si parla solo di quella
degli anziani, ma anche di quella che si corrisponde agli invalidi, ed ai
disoccupati. Ora vi invito a rivedere il video che vi ho postato all'inizio e
poi a fare due riflessioni:
1. Prima di ogni cosa, se avete un lavoro, PENSATE AD UNA PENSIONE
COMPLEMENTARE! PENSATE AL VOSTRO FUTURO RAGAZZI! Fatelo perché se non lo fate
voi nessuno lo farà. Lo Stato non lo rende pubblico ma ha liberalizzato il TFR,
questo vuol dire che non può più permettersi di erogare pensioni. E’ un segnale
forte e chiaro. Poi, magari, ve ne parlerò in maniera più approfondita perché i
contributi che versate non servono ad asfaltare le strade, ma a mantenere chi
non lavora.
2. E’ da razzisti pensare che, se non possiamo togliere la pensioni ad
anziani ed invalidi (quelli veri ovvio), l’unica soluzione immediata per
alleggerire il nostro fardello è quello di risolvere il problema dell’immigrazione? Gli immigrati sono disoccupati che necessitano di servizi che dobbiamo pagare con le nostre tasse. La disoccupazione nel nostro Paese è già alta e pesante da mantenere economicamente, non è pensabile accollarci altri disoccupati dall'estero. Adesso che vi è più chiaro, vi sembra una cosa così stupida o da razzisti? Su
quale altro cardine potremmo intervenire se non su questo? Capite perché gli
altri Paesi europei chiudono le loro porte all'immigrazione? E’ un reato
chiedere che anche l’Italia si adegui ai metodi degli altri Paesi per
salvaguardare quei già esigui posti di lavoro che ci sono per i propri giovani?
Mi hanno detto “devi pensare prima di parlare”, bè io ho pensato e non credo di aver parlato a vanvera.
Mi hanno detto “devi pensare prima di parlare”, bè io ho pensato e non credo di aver parlato a vanvera.
Essere buoni si, ci sta, ma non essere stupidi. L’accoglienza è un
diritto ed un dovere, ma dobbiamo cominciare a metterci dei paletti perché essere
fessi non ha mai pagato nessuno.
PENSATE AL VOSTRO FUTURO!
Cara Marika, anch'io talvolta non concordo con alcune tue opinioni, ma non vi ho mai trovato generalizzazioni di stampo razzista. Piuttosto vi ho sempre trovato la rabbia e la passione di chi lotta per il proprio futuro. Continua a scriverne: solo chi non si espone rimane esente da critiche. Buon ferragosto, e casomai mi piacerebbe dire qualcosa sulle pensioni. Ciao.
RispondiEliminaGrazie Enrico, per l'appoggio e la sincerità. Nel prossimo intervento parlerò di TFR e pensioni complementari. Devo solo buttar giù del materiale, breve, stimolante e soprattutto facile da capire. XD
EliminaCiao! Devo ammettere che il post è stato un tantino lungo, però è stata proprio la sua lunghezza ad incuriosirmi ed infatti l'ho letto tutto!!! Mi trovi daccordo con ogni tua singola parola...spesso si viene additati come razzisti quando invece stiamo tentando di sopravvivere! Tutti i paesi li troviamo "fighi" anche per il fatto che danno la priorità, per il lavoro, ai propri cittadini...poi però quando tocca a noi diventiamo improvvisamente razzisti!!!
RispondiEliminaUn abbraccio
Gloria
Grazie mille Gloria, per l'appoggio e la condivisione, ma soprattutto per aver commentato. ;)
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