Dopo le
elezioni europee di diversi mesi fa, a cui ho contribuito con il mio voto perché votare è un
diritto, ma soprattutto un dovere, specie per noi donne, ho assistito diverse
volte a questa scena che trovo incommensurabilmente divertente.
“Sei andata
a votare?”.
“Certo!”.
“E chi hai
votato?”.
“Il voto è
segreto”.
“No, io lo
dico per chi ho votato. Non ho segreti”.
“Mmm…”.
“Non ci
credi? Io ho dato un voto di protesta se vuoi davvero saperlo”.
Generalmente
ho tenuto questa conversazione con ragazzi molto più piccoli di me e posso ben
capire il senso di “ribellione” che hanno voluto dimostrare, ma mi è parso di
sentire questo termine “voto di protesta” più di una volta negli ultimi anni.
In fatto di
politica io non giudico nessuno, ognuno è libero di votare chi crede, ma questo
“voto di protesta” alla fine è servito? Questa “protesta” che imperversa ormai
da qualche anno, tra le file della nostra politica a me non sembra che serva a
qualcosa davvero. Perlopiù spesso blocca solo i processi, cosa non positiva visto
che la burocrazia italiana è già lenta da sola.
Insomma, mi
pareva che fossero partiti con il piede giusto all’inizio, no? Anche se io
avevo lo strano sentore che non sarebbero andati troppo lontano, perciò non gli
ho mai dato troppa fiducia, ma al contrario di me, che sono diffidente per
natura, gli altri italiani mi pare che di fiducia ne avevano concessa fin
troppa e si sono ritrovati con un pugno di mosche in tasca.
Insomma,
‘sti qui del “voto di protesta” hanno avuto una possibilità dal popolo italiano
e cosa hanno fatto? Si sono messi a strillare contro gli altri, hanno alzato un
muro per evitare il confronto e si sono resi ridicoli di fronte all’Unione
Europea che ha sarcasticamente commentato, durante le ultime elezioni, che per
quel leader del “voto di protesta” lo avevano già pronto un posto… nel cesso!
Secondo me
molti giovani sono ancora illusi da questo “voto di protesta”. Ne vengono
attratti come le mosche solo perché c’è la parola “protesta” che richiama alla
protesta studentesca degli anni ’70. Bè se ci fosse davvero la protesta
studentesca che ci fu negli anni ’70 sarebbe già un gran passo, ma gli studenti
di oggi hanno gli occhi impegnati dai tablet e dagli smartphon per rendersi
conto che il futuro non è più quello di una volta, come ha detto qualcuno.
Sono
fortemente restia a sprecare il mio voto prezioso, per il quale molte donne
prima di me sono morte affinché io oggi potessi esprimerlo, pertanto, per ciò
che mi riguarda, io li adoro i comici, ma solo quando fanno cabaret su un
palcoscenico.
Concordo in pieno!
RispondiEliminaPotevano cambiare l'Italia e hanno fatto da alibi per il funesto abbraccio PD-PDL...
E' triste ma è la realtà... ed è molto più triste che tanti giovani, vuoi per mala informazione, o per mancanza di "abitudine" all'informazione, o per seguire la massa, ancora non lo hanno capito.
Elimina